Basilica di S.Domenico

 

La Basilica di San Domenico è una delle chiese più importanti di Bologna, ricca di arte e storia. Nella chiesa, all'interno dell'Arca di San Domenico (opera di Nicola Pisano, Arnolfo di Cambio e alcuni contributi di Niccolò dell'Arca e del giovane Michelangelo), sono conservati i resti di San Domenico, fondatore dell'ordine religioso dei Domenicani.

Storia

La chiesa di San Domenico. Davanti: colonna con statua in bronzo del Santo (1627)La chiesa di San Domenico. Davanti: colonna con statua in bronzo del Santo (1627)

San Domenico di Guzmán giunse a Bologna nel gennaio del 1218, dopo il riconoscimento dell'Ordine dei Domenicani da parte di Papa Onorio III. Allo scopo di promuovere l'Ordine furono inviati frati in tutta Europa, ed in particolare nelle principali città dell'epoca (e cioè Parigi e Bologna, allora le prime città per popolazione e per importanza delle sedi universitarie).

A Bologna San Domenico ed i suoi monaci si stabilirono nel convento di una chiesa che allora era fuori mura, dedicata a Santa Maria della Purificazione, nota col nome della Mascarella (ora all'angolo tra via Irnerio e via Mascarella e ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale).
Avendo necessità di spazi più ampi, nel 1219 Domenico si stabilì definitivamente nel convento diSan Nicolò delle Vigne (lo stesso luogo ove ora sorge la basilica domenicana).
Qui (tra il 1220 ed il 1221) San Domenico presiedette personalmente ai primi due capitoli generali destinati a precisare gli elementi fondamentali dell'ordine.
Sempre qui, nel 1221, Domenico morì.

Tra il 1219 ed il 1243 la chiesa ed il convento di San Nicolò furono trasformate in un grande complesso conventuale e la chiesa fu ingrandita (con demolizione dell'abside ed ampliamento della navata) e fu costruita una sobria fronte romanica, che si affaccia sulla bella piazza San Domenico.

La Basilica di San Domenico, da allora, diventò il prototipo di numerose chiese domenicane nel mondo.

La chiesa cominciò presto ad accogliere opere d'arte, accumulando nel tempo una vasta collezione di opere d'arte dei maggiori artisti, fra cui Giunta Pisano, Nicola Pisano, Arnolfo di CambioNiccolò dell'Arca, Michelangelo, Iacopo da BolognaGuido Reni (che vi è sepolto nella cappella Guidotti), Guercino e Filippino Lippi.

Struttura

Navata centraleNavata centrale

La chiesa, è a tre navate (una centrale e due laterali), numerose cappelle laterali, un transetto e unCoro .
La chiesa originale era composta di due parti:

  • la parte posteriore chiamata chiesa primitiva o esterna destinata ai fedeli e consacrata da Papa Innocenzo IV il 17 ottobre 1251
  • la parte anteriore, detta chiesa interna riservata ai frati

Le due parti erano separate da un tramezzo, in cui era ospitato il Coro ligneo di Damiano da Bergamo.

Nel tempo, sulla base del nucleo originario, furono fatti numerosi rimaneggiamenti e adattamenti:
Nel '300 si aggiunsero alcune cappelle e la torre campanaria (del 1313, in stile gotico). Intorno alla metà del XV secolo fu edificata la cappella Guidotti, detta dalla seconda metà del XVI secolo del Rosario, in cui furono sepolti Guido Reni ed Elisabetta Sirani. In seguito furono aggiunte anche le rinascimentali cappelle Volta e Solimei (ora escluse dalla chiesa e suddivise in diversi locali). Nel 1530 ca. fu costruita - a lato della facciata romanica - la rinascimentale cappella Ghisilardi (su disegno di Baldassarre Peruzzi). Sempre nel XVI secolo quattro piccole cappelle gotiche della navata sinistra furono sostituite dalla cappella Pepoli, a pianta cruciforme.
Nel '600, in seguito alle prescrizioni del Concilio di Trento, fu eliminato il tramezzo che divideva le due parti della chiesa, e il coro ligneo fu spostato dietro all'altare maggiore. Modifiche e restauri di rilievo vennero fatte da Carlo Francesco Dotti (sponsorizzato da Benedetto XIII) negli anni 1727-32, in modo da ampliare gli interni (fondendo in maniera armonica i due nuclei medievali, con gusto barocco). L'architetto Raffaele Faccioli, nel 1910, per restituire l'originario aspetto romanico fece demolire un portico settecentesco che oscurava la vista del rosone del '200).

 
L'Arca di S.DomenicoL'Arca di S.Domenico

Arca di San Domenico

Alla sua morte San Domenico e fu sepolto nell'altare di San Nicolò.

Nel 1233 i suoi resti furono spostati in un semplice sarcofago marmoreo dietro l'altare di una cappella laterale della navata destra, risalente al del XVI secolo. Allo scopo di rendere visibile il sepolcro ai fedeli, nel 1267 i resti del Santo furono posti in un monumento più insigne e decorato con i maggiori episodi della vita del Santo, ad opera di Nicola Pisano e di Frà Gugliemo Agnelli, suo allievo. Le formelle che avvolgono il feretro furono scolpite dal Pisano fra il 1264 ed il 1267, ma per secoli furono eseguite modifiche e lavori sull'arca. Fra i più grandi artisti hanno contribuito all'opera: Niccolò da Bari (o "d'Apulia", detto appunto dell'"Arca") eseguì la decorazione della cimasa e realizzò un angelo reggitorcia (1469-1473), il giovane Michelangelo contribuì con alcune piccole statue (fra cui quella di San Petronio e San Procolo e un angelo reggitorcia).

Le decorazioni dell'Arca di San Domenico sono un piccolo compendio di teologia in omaggio al Santo.

All'interno dell'arca è conservato anche il prezioso reliquiario trecentesco di Jacopo Roseto contenente il capo di San Domenico, che veniva portato in processione per le vie della città in occasione della festa del Santo.

 
Il coroIl coro

Il coro

L'altare maggiore attuale è opera settecentesca del Torreggiani, e sostituisce l'altare originale, capolavoro di Giovanni di Balduccio (1330), un allievo di Giovanni Pisano, formato da un grande polittico scolpito con la Madonna con il bambino al centro e otto statuette ai lati (secondo la descrizione del Vasari). Quest'opera monumentale proveniva dalla cappella maggiore del Castello di Porta Galliera, ed era stata commissionata dal legato pontificio Bertrando del Poggetto. Oggi le sue parti superstiti sono disperse tra Detroit (la Madonna), il Museo Civico Medievale di Bologna, e una collezione privata (la formella della natività un tempo collocata nella predella).

Dietro all'altare è visibile un preziosissimo e monumentale coro ligneo.

Il coro, uno straordinario lavoro di intarsio in tipico stile rinascimentale, è opera del frate Damiano Zambelli (noto anche come Damiano da Bergamo, 1528-1530). Fra Damiano Zambelli dal 1541 al 1549 eseguì, con magistrali intarsi, le storie bibliche del coro maggiore, su suggestione di una serie di disegni di Jacopo Barozzi da Vignola. Il lavoro fu terminato da Bernardino da Bologna. Le scene sono ispirate all'Antico Testamento (ala destra) ed al Nuovo Testamento (parte sinistra). Al tempo l'opera fu considerata - e ancora è - di straordinario valore artistico: lo stesso Giorgio Vasari ne parla in Vite (IV, 94).

Altre opere di rilievo

Matrimonio mistico di Santa Caterina di Filippino LippiMatrimonio mistico di Santa Caterina di Filippino Lippi

Fra le altre numerose opere si distinguono:

Organi

La basilica di S. Domenico custodisce l'organo su cui Wolfgang Amadeus Mozart studiò nel periodo in cui fu ospite a Bologna come allievo di padre Martini per sostenere l'esame per l'aggregazione all'Accademia Filarmonica di Bologna. L'organo è situato nella Cappella del SS. Rosario, o Guidotti, (di fronte alla Cappella di S. Domenico) a destra dell'altare nella cantoria in "cornu Epistolae"; è stato costruito da G. Giovagnoni nel 1760 e restaurato nel 2003 da Seri e Ungarelli. Ha una tastiera di 45 tasti con prima ottava corta e pedaliera di 18 pedali anch'essa corta e composto da 10 registri. La Basilica possiede anche altri due organi posti in cantoria ai lati dell'altare Maggiore: in "cornu Epistolae" e in "cornu Evangelii". Solo l'organo in "cornu Epistolae" è discretamente funzionante, anche se non è stato ancora restaurato dal lontano 1851 (anno in cui è stato costruito), mentre l'altro giace sotto uno spesso strato di polvere mancando fondi necessari. L'organo in "cornu Evangelii" è singolare poiché racchiude in una sola cassa ben due organi, azionati da una sola tastiera e pedaliera e unificati, dopo la guerra, dai F.lli Rasori: a destra suona l'organo "Gatti"; a sinistra suona l'organo "Nacchini" e con lui anche la bellissima facciata di canne apprtenenti al Principale di 24 piedi del manuale.

Piazza San Domenico

In primo piano la tomba del glossatore Rolandino de' Passeggeri; dietro, quella di Egidio FoscarariIn primo piano la tomba del glossatore Rolandino de' Passeggeri; dietro, quella di Egidio Foscarari

L'antistante piazza San Domenico è pavimentata in ciottoli di fiume, similmente alla non lontana piazza Santo Stefano, com'era in uso nel medioevo. Essa era usata per contenere le grandi folle che si radunavano ad ascoltare le prediche dei frati domenicani, ed era in origine separata dalla strada da un muro.

Nella parte posteriore della piazza è presente una colonna in pietre e bronzo, opera di Guido Reni (Madonna del Rosario, 1632), che commemora la fine della epidemia di peste che in quegli anni afflisse la città, mentre nella parte anteriore si eleva la colonna con la statua di San Domenico.

Molto caratteristiche sono le tombe del glossatore Rolandino de' Passeggeri (1305) e quella di Egidio Foscherari (1289). Una terza tomba, quella della famiglia Muzzarelli, simile alle altre due, sorgeva a fianco della tomba di Rolandino. Simili tombe si trovano in un'altra piazza bolognese, adiacente alla chiesa di San Francesco.

Museo, convento e biblioteca

La basilica di San Domenico ha un piccolo museo, in cui sono custodite opere d'arte e reliquie, fra cui ad esempio:

  • Il reliquiario di Luigi IX di Francia, esempio di oreficeria in stile gotico del XIII secolo
  • I resti della Pietà in terracotta (1495) di Baccio da Montelupo (opera citata dal Vasari nelle Vite)
  • Una terracotta (il Busto di San Domenico) di Niccolò dell'Arca (1474)
  • I resti di un affresco (Madonna con Bambino e San Domenico, XIV secolo) di un artista bolognese sconosciuto (forse Cristoforo da Bologna)
  • Madonna con Bambino, San Domenico e Vincenzo Ferreri (ca. 1773), uno dei migliori lavori di Ubaldo Gandolfi (1728-1781)
  • Numerosi intarsi di fra Damiano da Bergamo.

Molto interessante anche l'adiacente convento con chiostri del XIV, XV e XVI secolo e numerose opere d'arte. La biblioteca rinascimentale, che risale al 1466, strutturata a navate su colonne come una basilica, contiene preziosi manoscritti. Verso ovest è affiancata dal grande salone Bolognini, in cui è conservata la tela L'estasi di San Tommaso di Marcantonio Franceschini (1648-1729).

Bibliografia

  • P. Venturino Alce, La Basilica Di S. Domenico In Bologna, Edizione Studio Domenicano (2006); ISBN 88-7094-298-8
  • Museo della Basilica di S. Domenico, guida con note storiche, 2a ediz., Edizioni Tipoarte, Bologna (1997)
  • Carlo Degli Esposti, Bologna. Alma mater studiorum. Guida artistica e monumentale, ediz. inglese, La Fotometalgrafica Italcards, Bologna (1993); ISBN 88-7193-622-1

Collegamenti esterni