Giuseppe Gasparo Mezzofanti, cardinale e linguista (1774–1849)
Giuseppe Gasparo Mezzofanti (Bologna, 19 settembre 1774 – Roma, 15 marzo 1849) è stato un cardinale e linguista italiano.
Nato in una famiglia di umili origini, dimostrò fin da piccolo una memoria superiore al comune, un fine orecchio musicale, e una straordinaria capacità di apprendimento delle lingue straniere.
Frequentò le Scuole Pie della sua città natale, e lì entrò in contatto con parecchi missionari gesuiti ospiti dello Stato Pontificio a causa della soppressione dell'ordine. Dialogando con loro apprese rapidamente lo svedese, il tedesco, lo spagnolo e vari dialetti sudamericani. Apprese anche le lingue morte che studiò a scuola.
Entrato in seminario, terminò gli studi di filosofia e teologia parecchio prima dell'età minima richiesta per l'ordinazione presbiterale. Nel frattempo si dedicò allo studio delle lingue orientali.
Nel 1797, all'età di 23 anni, venne ordinato sacerdote e ricevette la cattedra di ebraico, arabo, lingue orientali e greco all'Università di Bologna.
Tra il 1799 e il 1800 assistette negli ospedali i feriti stranieri degli scontri con l'esercito napoleonico, captando così vari idiomi europei. Divenne il confessore dei turisti e viaggiatori che passavano in città.
Nel 1806 rifiutò l'invito di Napoleone di stabilirsi a Parigi. In precedenza aveva rifiutato di prestare giuramento di fedetà alla Repubblica Cisalpina. Nel 1814 rifiuta pure l'invito di papa Pio VII. Invece nel 1831accetta la richiesta di papa Gregorio XVI di mettere le sue capacità al servizio della Congregazione per la Propagazione della Fede.
Il contatto con l'ambiente cosmopolita di Roma, tra missionari e dotti provenienti da ogni angolo della cattolicità, permise al Mezzofanti di imparare numerosi altri idomi.
Nello studio delle lingue, solo il cinese gli diede filo da torcere: fu costretto a spendere quattro mesi di studio prima di sentirsi padrone della lingua. Da quel momento padre Umpierres, già missionario a Macaoe insegnante di lingua presso Propaganda Fide, converserà con lui in cinese, confermando ufficialmente la sua piena padronanza del mandarino.
Gregorio XVI diventò suo amico e protettore, e lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 12 febbraio 1838.
Morì a Roma nel 1849. Il suo monumento funebre si trova nella Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo.
Testimonianze [modifica]
Mezzofanti è descritto comunemente come un uomo mite, senza particolari ambizioni se non quella di dedicarsi alla cura delle anime, alla docenza universitaria e allo studio quotidiano delle lingue.
Varie personalità contemporanee si sono espresse su di lui:
- Lord Byron, poeta inglese, incontrò il Mezzofanti a Bologna e scrisse di aver conosciuto "un mostro delle lingue... che avrebbe dovuto esistere al tempo della torre di Babele come interprete universale".
- August Wilhelm Kephalides, professore all'Università di Breslavia, nel resoconto del suo viaggio in Italia descrive l'incontro con un fenomenale poliglotta in talare che entusiasma gli intellettuali bolognesi e "parla perfettamente il tedesco senza aver mai messo piede fuori dall'Italia".
- Matteo Pisani, interprete dell'ambasciata russa in Italia e tra i maggiori conoscitori di lingue slave e orientali del tempo, visita Mezzofanti per verificare se la sua fama sia o no meritata, restandone sbalordito.
- Padre Charles William Russel, studioso irlandese e amico di John Henry Newman, frequentò il Mezzofanti e rimase impressionato dalla sua capacità di esprimersi con finezza e senza errori in gaelico, inglese e nei principali dialetti della Gran Bretagna. E dopo la morte del Mezzofanti ne scrisse la biografia, da alcuni ritenuta la migliore, raccogliendo documenti e testimonianze dirette.
Lo stesso Russel affermò che il Mezzofanti arrivò a scrivere e parlare pressoché perfettamente 38 lingue, tra le quali figurano l'ebraico, l'arabo, il neo-aramaico-caldeo, il copto, l'armeno antico e il moderno, il persiano, il turco, l'albanese, il maltese, ilgreco antico e moderno, il latino, lo spagnolo, il portoghese, il francese, il tedesco, lo svedese, l'inglese, il russo, il polacco, il ceco, l'ungherese, il cinese, il siriaco, il ge'ez, l'amarico, l'hindi, il gujarati, il basco, il rumeno. Possedeva con minor sicurezza un'altra quarantina di lingue (oltre a un numero imprecisato di dialetti), per un totale di 78 idiomi. E tra i suoi rimpianti figurava il sanscrito, il malese, il tibetano, l'islandese, il lappone, il ruteno, il frisone, il lettone, il cornico, il quechua, il bambara: era in grado solo di leggerli, non di parlarli.
Fonti [modifica]
- Dati fondamentali riportati su www.catholic-hierarchy.org alla pagina [1]
Voci correlate [modifica]
Bibliografia [modifica]
Franco Pasti, Un poliglotta in biblioteca. Giuseppe Mezzofanti (1774-1849) a Bologna nell'età della Restaurazione, Editore Patron, ISBN 8855528696