Guido Guinizzelli, poeta iniziatore del dolce stil novo (1230-1276)

« quand'io odo nomar sé stesso il padre
mio e de li altri miei miglior che mai
rime d'amor usar dolci e leggiadre; »
 

Guido Guinizzelli (Bologna1230 – Monselice1276) è stato un poeta italiano.

Poeta di grande novità rispetto alla precedente Scuola siciliana e a quella toscana[1]: è considerato l'iniziatore e il teorizzatore del Dolce Stil Novo, la corrente letteraria italiana del XIII secolo di cui la sua canzone "Al cor gentil rempaira sempre amore" può essere considerata il manifesto. Nonostante l'identità storica non sia del tutto sicura, Guinizelli occupa un posto di rilievo nella storia della letteratura italiana; la sua produzione lirica fu molto apprezzata dai contemporanei e dallo stesso Dante Alighieri, che lo dichiara padre suo e quindi maestro, nel canto XXVI del Purgatorio.

Vita [modifica]

Guido Guinizzelli nacque a Bologna nel 1230, se è corretta - come ormai si ritiene - l'identità storica di Guido di Guinizello di Magnano, giurisperito[2], politico e ghibellino: le informazioni biografiche riguardo al poeta sono quasi inesistenti. Secondo questa identità storica, Guido sarebbe figlio di Guinizello di Magnano e di un'esponente della famiglia ghibellina dei Ghisilieri, ideologia politica che lo vorrà anche partecipe alla politica cittadina.

Si è certi che, sempre nel 1265 o poco tempo dopo, Guido inviò un sonetto a Guittone d'Arezzo, chiamandolo padre. Negli anni a seguire, nel periodo compreso tra il 1266 e il 1270, esercitò la professione di giurisperito[3] Terminata la carriera di giudice, viene nominato podestà, o magistrato a carico di Castelfranco Emilia.

Nel 1274, viene esiliato a MonselicePadova, insieme alla sua famiglia a causa della sconfitta ghibellina a cui si era legato, in particolar modo alla sconfitta della famiglia Lambertazzi, sopraffatta dalla fazione guelfa dei Geremei. A Monselice si reca anche con la moglie, Bice della Fratta, e suo figlio, Guiduccio Guinizzelli.

La data di morte non è ancora certa: risale però al 14 novembre 1276 un documento notarile che affida alla moglie di Guido la tutela del figlio minorenne. Con tutte le probabilità infatti Guido Guinizzelli morì in quello stesso anno, nel 1276[3].

Opere [modifica]

Il canzoniere di Guinizzelli si compone di ventiquattro testi, secondo l’edizione di Luigi Di Benedetto,[4] alcuni di paternità incerta: il poeta è attivo tra il 1265 e il 1276, ma non si ha ancora una cronologia completa e affidabile delle sue opere. L'incertezza sulla cronologia delle opere infatti non permette una divisione accurata del percorso poetico dell'autore: con ogni probabilità si può definire una distinzione tra la prima giovinezza del poeta, di stampo guittoniano, e una seconda fase, che anticipa lostilnovismo[3].

La prima opera di certa datazione è il sonetto A frate Guittone, che ne attesterebbe la sua adesione ai canoni guittoniani: rientrano nel primo periodo i sonetti, in settenariGentil donzella, di pregio nomataLamentomi di mia disaventuraSì sono angostioso e pien di dogliaMadonna mia, quel dì ch’Amor consente e i componimenti Pur a pensar mi par gran meraviglia e Fra l’altre pene maggio credo sia.

Al secondo periodo, quello che si può definire come prestilnovista, appartengono le canzoni (in endecasillabi e settenari), i diversi sonetti il cui tema centrale è la lode dell'amata, quelli che anticipano le tematiche svolte in seguito da Guido Cavalcanti e quelli impostati sulla poesia comico-realista.

Lista delle opere [modifica]

  « ...allotta che 'i servente aspetta bene,
tempo rivène – che merta ogni scoglio »
 
(G. Guinizzelli, da Con gran disio pensando lungamente)

L'elenco dei componimenti di Guinizzelli non è in ordine cronologico: l'unico sonetto di certa datazione è A frate Guittone, nel 1265.
Altre date certe non sono note.

  • A frate Guittone
  • Madonna, il fino amor
  • Donna, l'amor mi sforza
  • Lo fin pregi' avanzato
  • Lo vostro bel saluto e 'l gentil sguardo
  • Vedut'ò la lucente stella diana
  • Dolente, lasso, già non m'asecuro
  • Ch'eo cor avesse, mi potea laudare
  • Io voglio del ver la mia donna laudare
  • Lamentomi di mia disavventura
  • Gentil donzella, di pregio nomata
  • Madonna mia, quel dí ch'Amor consente
  • Si sono angoscïoso e pien di doglia

La poetica [modifica]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Dolce Stil Novo.
  « La poesia di Guido ha il difetto della sua qualità: la profondità diviene sottigliezza, e l'immaginazione diviene retorica, quando vuole esprimere sentimenti che non prova. »
 
(Francesco De Sanctis - Storia della letteratura italiana)

Senza dubbio il ruolo culturale di Guinizzelli è quello di mediatore fra due sensibilità letterarie diverse.

Bibliografia [modifica]

  • Pietro Pelosi, Guido Guinizzelli: stilnovo inquieto, Liguori, Napoli, 2000 ISBN 882073026X
  • G. R. Ceriello, I rimatori del Dolce stil novo. Guido Guinizzelli, Guido Cavalcanti, Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi, Cino da PistoiaBiblioteca Universale Rizzoli, 2003.
  • Paolo Borsa, La nuova poesia di Guido Guinizzelli, Cadmo, Firenze, 2007 ISBN 8879233637

Note [modifica]

  1. ^ "Guido Guinizelli." Classical and Medieval Literature Criticism. Ed. Elisabeth Gellert Jelena O. Krstovic´. Vol. 49. Thomson Gale, 2002. eNotes.com. 2006.
  2. ^ Etimo.it - voce Giusperitocolui che è esperto nel diritto e nelle leggi.
  3. ^ a b c Guido Guinizelli, pagina personale di uno studente dell'Università di Pisa.
  4. ^ G. R. Ceriello, I rimatori del Dolce stil novo. Guido Guinizelli, Guido Cavalcanti, Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi, Cino da PistoiaBiblioteca Universale Rizzoli, 2003. - Introduzione di Luigi di Benedetto.

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