Rolandino de' Passaggeri, giurista (1215 circa–1300)
Rolandino de' Passaggeri, in latino Rolandinus Rodulphi de Passageriis (Bologna, 1215 circa – Bologna, 1300), è stato un giurista italiano. Fu maestro di arte notarile nello Studio bolognese e uno dei più celebri giuristi medievali, la massima autorità nella scienza e tecnica del documento notarile, di cui rinnovò i formulari con rigore scientifico. Fu anche a capo della fazione popolare bolognese e, con l'ascesa di quella, ebbe un discreto controllo della politica comunale in momenti tumultuosi.
Rolandino esercitò per lungo tempo il notariato [1]; ricoprì cariche sia nella cancelleria del Comune bolognese sia nella corporazione dei banchieri e cambiatori, per la quale compilò nel 1245gli statuti. Dopo la vittoria ottenuta dai guelfi bolognesi nella battaglia di Fossalta (1249) e la conseguente cattura di re Enzio, Rolandino, in risposta all'imperatore Federico II che intimava ai bolognesi la liberazione del figlio Enzio, redasse in nome della città una lettera ispirata da sentimenti di libertà[2]. Nel 1255 pubblicò la sua grande Summa totius artis notariae: l'opera è divisa in quattro parti dedicate rispettivamente ai contratti, ai testamenti, agli atti giudiziali e alle copie e rinnovazioni degli atti. Chiamata per antonomasia la Rolandina (o Orlandina), la Summa ebbe larga diffusione in Italia e in Europa con numerose edizioni e traduzioni fino al XVII secolo ed è stato per lungo tempo il principale testo per lo studio dell'arte notarile. Attorno al 1281-83 Rolandino aggiunse alla Summa un commento (Aurora), proseguito poi da Pietro da Unzola (Aurora novissima). Nel 1257 Rolandino fu uno dei quattro notai che redassero il Liber Paradisus, i provvedimenti adottati dal comune di Bologna per l'affrancazione dei servi della gleba. Sostenitore della politica antimagnatizia, cioè avversa all'oligarchia aristocratica di antica investitura imperiale, e vicino alla parte popolare, Rolandino capeggiò a Bologna la fazione guelfa dei Geremei negli scontri anche cruenti coi ghibellini che portarono alle cacciate dei Lambertazzi del 1274 e del 1279. Come “proconsole” della corporazione dei notai e console anziano perpetuo, fu poi uno dei compilatori degli Ordinamenti sacrati (1282) e degli Ordinamenti sacratissimi (1284) del Comune di Bologna, nei quali si prevedevano una serie di disposizioni tendenti ad escludere dal potere il ceto aristocratico. Rolandino scrisse anche due manuali di notariato, uno a uso dei notai di campagna (De officio tabellionatus in villis et castris) e uno sulla compilazione dei testamenti (Flos ultimarum voluntatum). Morì nel 1300 ed è sepolto in una monumentale arca sepolcrale eretta nella piazza di San Domenico a Bologna.Biografia [modifica]
Note [modifica]
Bibliografia [modifica]