Ulisse Aldrovandi, naturalista, botanico ed entomologo (1522–1605)

 

Ulisse Aldrovandi, talvolta scritto Aldovrandi (Bologna11 settembre 1522 – Bologna4 maggio 1605), è stato un naturalistabotanico ed entomologo italiano, realizzatore di uno dei primi musei di storia naturale, studioso delle diversità del mondo vivente, esploratore che, negli ultimi decenni del Cinquecento e fino ai primi del Seicento, si impose come una delle maggiori figure della scienza, nonché guida e riferimento per i naturalisti italiani contemporanei.

Le sue imponenti raccolte naturalistiche sono riunite ancora oggi in larga parte nel Museo Aldrovandiano custodito presso l'Università di Bologna, a Palazzo Poggi. Egli inoltre coniò nel 1603 il termine geologia.

Biografia [modifica]

Nato nella nobile famiglia del notaio e segretario del Senato bolognese Teseo Aldrovandi e di Veronica Marescalchi, Ulisse manifestò una spiccata personalità fin da bambino: a soli 12 anni, «senza saputa de' suoi, si partì senza denari, con animo ardito et giunse a Roma».[1] Per le preghiere della madre, vedova dal 1529, egli tornò a Bologna dove studiò matematica con Annibale della Nave e ancora adolescente, dovendo contribuire alle necessità economiche della famiglia, nel 1536 s'impiegò come contabile prima a Bologna e poi a Brescia. In ricerca di una sistemazione che fosse confacente alle sua capacità e alla sua condizione, nel 1538 era a Roma da dove, deluso nelle sue aspettative, sulla via del ritorno a Bologna, si unì a un pellegrino in viaggio per Santiago de Compostela e, «coll'unico capitale che era il chiedere l'elemosina»[2] arrivò in Spagna spingendosi fino al villaggio galiziano di Santa Maria Finis terrae, luogo ritenuto allora il confine della terra.

Tornato a Bologna, nel 1539 s'iscrive all'Università per studiarvi lettere con Giovanni GandolfoRomolo Amaseo e Achille Bocchi e diritto con Mariano SocinoAndrea AlciatoAgostino BeròFederico FantuzziNicolò dell'Armi e Taddeo Seccadenari: giànotaio nel 1541 e prossimo alla laurea nel 1546, appassionatosi alla filosofia, nel 1547 si mette a seguire i corsi di Giovanni Antonio Locatelli e di Claudio Betti, e l'anno dopo si trasferisce a Padova per studiare logica con Bernardino Tomitano, filosofia con Marco Antonio Passerimedicina con Giovanni Battista Montano e matematica con Pietro Catena.

Nel 1549 era nuovamente a Bologna: vi conobbe il botanico imolese Luca Ghini, che lo iniziò all'interesse per le piante. Accusato di eresia con altri concittadini - non è noto con quali precise imputazioni - fu arrestato il 12 giugno e costretto all'abiura in San Petronio il 1º settembre; ciò nonostante, insieme con altri due imputati, fu condotto a Roma per subire un nuovo processo ma, morto in quel frangente Paolo III e succedutogli Giulio III, l'Aldovrandi fu subito prosciolto.

Tra il 1551 ed il 1554 organizzò numerose spedizioni di raccolta di piante: questa collezione è oggi nota come Erbario di Ulisse Aldrovandi.

Si "accinse all'adottorarsi in filosofia et medicina l'anno del l'età sua di 31 anni, il giorno di S. Clemente, havendo, siccome in legge, studiato sett'anni, l'anno 1553" ed iniziò ad insegnare logica e filosofia nel 1554 all'Università di Bologna.

Nel 1559 divenne professore di filosofia e, nel 1561, inaugurò la prima cattedra di scienze naturali a Bologna con il nome di Lectura philosophiae naturalis ordinaria de fossilibus, plantis et animalibus.

Ulisse Aldrovandi

Parallelamente alla sua attività di docenza egli, spinto dal suo forte spirito indagatore, portò avanti un'intensa attività empirica, e prese parte attivamente al dibattito in atto sullo studio delle cose naturali, che si incentrava in particolare sull'interpretazione avverroistica degli scritti aristotelici, che palesava la necessità dello studio della natura "juxta propria principia" cioè senza condizionamenti metafisici o religiosi. Aderendo pienamente a questo nuovo modo di rapportarsi con le "cose naturali" egli dedicò molto del suo tempo all'organizzazione di viaggi ed escursioni che da un lato gli permettevano di raccogliere materiali per il suo erbario e per il suo museo e dall'altro lo portavano a far visita ad esperti e studiosi delle scienze naturali del tempo per avere con loro un attivo scambio di conoscenze.

Dal 1567 egli fece seguire alle sue lezioni teoriche un'esercitazione nella quale mostrava realmente ai suoi studenti ciò che aveva spiegato loro durante la lezione. Si faceva quindi sempre più importante l'esigenza di poter disporre di un orto botanico pubblico dove poter coltivare e raccogliere le piante necessarie alle esercitazioni.

Ad Aldrovandi riuscì quanto non era riuscito a Luca Ghini, medico ed eminente botanico cinquecentesco suo predecessore alla cattedra straordinaria di Lettura dei Semplici: su sua proposta il Senato bolognese istituì nel 1568 l'Orto Pubblico, che fu diretto per i suoi primi 38 anni dall'Aldrovandi stesso.

La prima sede dell'Orto fu nel centro della città, all'interno del Palazzo Pubblico, in un cortile che oggi corrisponde approssimativamente alla Sala Borsa e che si trovava vicino all'aula dove Aldrovandi impartiva le sue lezioni.

Il preciso e attento lavoro di raccolta e conservazione di reperti naturalistici portò alla realizzazione di uno dei primi musei di storia naturale, definito dall'Aldrovandi stesso "teatro", o "microcosmo di natura", in cui si potevano studiare 18.000 "diversità di cose naturali" e 7.000 "piante essiccate in quindeci volumi".

Della raccolta erano parte integrante i 17 volumi contenenti migliaia di splendidi acquerelli raffiguranti animali, piante, minerali e mostri, e i 14 armadi, le pinacoteche, contenenti le matrici xilografiche per l'illustrazione dei volumi a stampa. Questi rispondevano alla precisa consapevolezza dell'Aldrovandi del ruolo centrale, nell'ambito della ricerca, delle immagini che a suo parere erano infatti di grande utilità per la circolazione delle conoscenze, offrendo un ritratto fedele delle "cose di natura".

A causa di una disputa con i farmacisti e dottori di Bologna sulla composizione di una medicina popolare, nel 1575 fu sospeso da ogni carica pubblica per cinque anni. Nel 1577 ottene l'aiuto del Papa Gregorio XIII (cugino di sua madre), il quale scrisse alle autorità bolognesi ingiungendo loro di reintegrare Aldrovandi alle proprie cariche pubbliche, e diede il proprio aiuto finanziaro alla pubblicazione delle sue opere.

Aldrovandi stilò il proprio testamento nel 1603. Le sue volontà furono quelle di lasciare il suo intero patrimonio scientifico, collezionando esemplari botanici e zoologici, al quale aveva dedicato l'intera esistenza, al Senato di Bologna, il quale a sua volta avrebbe avuto l'impegno di conservarlo idoneamente nella sua interezza in un unico luogo. Alla sua morte avvenuta nel 1605, la città e l'Università di Bologna divennero così proprietari e custodi dell'eredità materiale e scientifica di questo naturalista, considerato da Linneo e da Buffon il fondatore della Storia Naturale moderna.

L'Aldrovanda vesiculosa, una specie di pianta carnivora acquatica, è stata così chiamata in suo onore.

La città di Bologna ha dedicato ad Aldrovandi una piazza, resa celebre da una poesia di Umberto SabaLa ritirata di piazza Aldrovandi a Bologna.

Scritti [modifica]

Frontespizio di De animalibus insectis libri septem cum singulorum iconibus ad vivum expressis del 1602
  • Ornithologiae, hoc est de avibus historia libri XII 1599
  • Ornithologiae tomus alter 1600
  • De animalibus insectis libri septem, cum singulorum iconibus ad vivum expressis 1602
  • Ornithologiae tomus tertius, ac postremus 1603
  • Historia serpentum et draconum
  • Antidotarii Bononiensis, siue de vsitata ratione componendorum, miscendorumque medicamentorum, epitome (1574Versione digitale
  • De animalibus insectis libri septem, cum singulorum iconibus ad viuum expressis. Autore Vlysse Aldrouando in almo Gymnasio Bonon:... Cum indice copiosissimo (1602Versione Digitale
  • De piscibus libri 5. et De cetis lib. vnus. Ioannes Cornelius Vteruerius... collegit. Hieronymus Tamburinus in lucem edidit... Cum indice copiosissimo (1608Versione Digitale
  • De reliquis animalibus exanguibus libri quatuor, post mortem eius editi: nempe de mollibus, crustaceis, testaceis, et zoophytis (1606Versione digitale
  • Dendrologiae naturalis scilicet arborum historiae libri duo sylua glandaria, acinosumq. pomarium vbi eruditiones omnium generum vna cum botanicis doctrinis ingenia quaecunque non parum iuuant, et oblectant. Ouidius Montalbanus (1668Versione digitale
  • Monstrorum historia cum Paralipomenis historiae omnium animalium. Bartholomaeus Ambrosinus... labore, et studio volumen composuit. Marcus Antonius Bernia in lucem edidit. Proprijs sumptibus... cum indice copiosissimo (1658Versione digitale
  • Musaeum metallicum in libros 4 distributum Bartholomaeus Ambrosinus ... labore, et studio composuit cum indice copiosissimo. (1648Versione digitale
  • Ornithologiae hoc est De auibus historiae libri 12.... Cum indice septendecim linguarum copiosissimo (1599Versione digitale
  • Ornithologiae tomus alter... cum indice copiosissimo variarum linguarum (1600