La Basilica di Santo Stefano è il complesso di edifici sacri più suggestivi di Bologna. Si trova nell'omonima piazza ed è conosciuto anche come il complesso delle "Sette Chiese".
Cartolina d'epoca
La tradizione indica San Petronio come progettista della basilica, che avrebbe dovuto ricalcare il Santo Sepolcro Gerusalemme, edificata sopra un preesistente tempio dedicato a Iside. Le origini degli edifici sono comunque molto antiche: la chiesa di San Giovanni Battista o del Santo Crocefisso risale all'VIII secolo, la chiesa del Santo Sepolcro forse al V secolo e ristrutturata nel XII secolo. In una cella sormontata da un altare con pulpito era situata la tomba di San Petronio, vescovo di Bologna dal 431 al 450 e protettore della città. Ora essa è stata trasferita nella basilica di San Petronio. Anche la chiesa dei Santi Vitale ed Agricola risale al V secolo ma rifatta nell'VIII secolo e successivamente nell'XI secolo; essa conserva i sarcofagi dei due martiri. Attraverso il "cortile di Pilato", portico del Duecento, si raggiunge la chiesa della Trinità (XIII secolo).
I numerosi restauri eseguiti verso il 1880 e nei primi decenni del XX secolo hanno mutato il volto antico del complesso e ridotto a quattro le tradizionali "Sette Chiese". di
Il Card. Giacomo Biffi scriveva nella sua nota pastorale del 2000:
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« ...è una fortuna singolare del cristianesimo petroniano quella di possedere nel complesso stefaniano un forte richiamo agli avvenimenti che ci hanno redenti e rinnovati: alla passione, alla morte, alla risurrezione del Figlio di Dio fatto uomo. Attraverso una costruzione ispirata ai luoghi segnati dalla vicenda salvifica, Santo Stefano è sempre stato visto - e deve essere ancora valorizzato - come la Jerusalem bononiensis: qui è bello ed edificante convenire a meditare soprattutto sul "costo" che ha avuto il riscatto dell'uomo e la sua vocazione alla divina familiarità. Tra queste mura par di udire la voce dei primi maestri della fede [...] La rappresentazione è adesso arricchita e, si può dire, completata nell'immagine di bronzo del Cristo addormentato nel sonno della morte. Magistralmente modellata con i tratti che sono suggeriti dall'impronta misteriosa della Sacra Sindone, possiede una potenza evocatrice di rara intensità. Tutto il mirabile contesto ci invita quindi a ricercare la nostra professione cristiana - come è doveroso - sul Signore Gesù e sul mistero di dolore e di gioia, di morte e di risurrezione, di avvilimento e di gloria della sua Pasqua »
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(Card. Giacomo Biffi, La città di San Petronio nel terzo millennio (EDB, Bologna 2000, pp. 29 e 30))
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Chiesa del Crocifisso
La Chiesa del Crocifisso è di origine longobarda e risale al XIII secolo. È costituita da una sola navata con volta a capriata che termina con il presbiterio a cui si accede tramite una scalinata, al centro della quale si trova il Crocifisso, opera di Simone dè Crocifissi risalente al 1380 circa.
Cripta
Sotto la Chiesa del Crocifisso vi è la Cripta suddivisa in cinque navate con colonne di diversa fattura; in fondo ad essa, in un'urna riposta su un altare, sono custoditi i resti dei Santi Vitale e Agricola.
La Basilica del Sepolcro
È la costruzione più antica del complesso. Al suo interno ci sono 12 colonne di marmo nero e laterizio mentre al centro si trova un'edicola che custodisce le reliquie di S. Petronio, qui rinvenuti verso la metà del XII secolo.
Chiesa dei ss Vitale e Agricola e Basilica del S.Sepolcro
Cortile di Pilato
Al Cortile di Pilato, così chiamato per ricordare il lithostrotos, luogo dove fu condannato Gesù si accede uscendo dalla Chiesa del Sepolcro. Il cortile è delimitato a nord e a sud da due porticati in stile romanico con caratteristiche colonne cruciformi in mattone e reca al centro una vasca in pietra calcarea poggiata su un piedistallo, il cosiddetto "Catino di Pilato". Quest'ultimo è un'opera longobarda risalente al 730-740 e reca un'iscrizione sotto il bordo di cui si riporta la trascrizione più accreditata:
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« + VMILIB(us) VOTA SVSCIPE D(omi)NE DDNNR LIVTPRAN ET ILPRAN REGIB(us) et D(om)N(o) BARBATV EPISC(opo) S(an)C(te) HECCL(esie) B(o)N(onien)S(i)S HIC IHB SVA PRECEPTA ORTVLERVNT VNDE VNC VAS IMPLEATVR IN CENAM D(omi)NI SALVAT(ori)S ET SI QVA MVNAC MINVERIT D(eu)S REQ(uiret) »
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Sotto il porticato, al centro di una finestra, su una colonna, c'è un gallo di pietra risalente al XIV secolo, chiamato "Gallo di S. Pietro" per ricordare l'episodio evangelico del rinnegamento di Gesù.
Sempre sotto il porticato è possibile osservare alcune lapidi mortuarie tra le quali una, con al centro un paio di forbici, appartenente ad un sarto.
Chiesa del Martyrium
Chiamata anche chiesa della Santa Croce o del Calvario o della Trinità ha un'origine incerta. Probabilmente originariamente fu utilizzata come luogo dove deporre i corpi dei martiri Vitale e Agricola (da cui martyrium), poi successivamente, con l'avvento dei Longobardi, sarebbe divenuta Battistero. Dopo molteplici ristrutturazioni attualmente si presenta divisa in 5 navate. Dal tempo delle Crociate e fino al 1950, nella cappella centrale era custodita una reliquia della Santa Croce.
Bibliografia
Basilica Santuario di Santo Stefano (a cura di) Sancta Jerusalem Bononiensis. Bologna, 2002. 1-46