L'eccidio di Casteldebole (29-31 ottobre 1944)

    

Cippo che ricorda i caduti di Casteldebole

29-31 ottobre 1944

Eccidio di Casteldebole

Dopo lo scontro fra i partigiani della 63a Brigata Garibaldi e le truppe naziste avvenuto a Rasiglio i soldati tedeschi tenevano alta la loro attenzione e pattugliavano in continuazione tutta la zona in cui si trovava la brigata. La situazione per i partigiani si faceva sempre piu difficile, molte basi erano state distrutte e il CUMER stava invitando i partigiani a entrare a Bologna per prendere parte a quella che si riteneva l'imminente insurrezione.

Il comandante Corrado Masetti "Bolero" e i venti uomini del suo distaccamento decisero di scendere in citta come richiesto, mentre il comandante Amleto Grazia "Marino" non era d'accordo e con una trentina di partigiani decise di restare sulle colline e continuare in quelle zone la guerriglia.

Il 29 ottobre a tarda sera il gruppo guidato da "Bolero" si mise in marcia per Bologna e i partigiani giunsero a notte fonda a Casteldebole dove era previsto il guado del fiume Reno. Sulla sponda opposta una squadra di Gappisti, proveniente da Bologna, attendeva i partigiani della 63a Garibaldi allo scopo di intervenire in aiuto dei compagni in caso di necessita. La pioggia torrenziale di quei giorni aveva però fatto ingrossare il fiume e non fu quindi possibile attraversarlo. "Bolero" ed i suoi compagni videro i resti di una cava di ghiaia e vi si rifugiano per riposarsi e studiare un nuovo piano. Ma paracadutisti tedeschi ed SS, avvisati da una spia, arrivano sul luogo in forze e all'alba del 30 ottobre iniziò lo scontro: "Bolero" ed i suoi uomini si difesero fino all'ultimo, ma la disparita delle forze fece si che tutti i partigiani vennero uccisi con le armi in pugno.

I venti giovani, che da mesi lottavano sulle colline e che morirono a Casteldebole furono: Monaldo Calari "Enrico" (1914), Corrado Masetti "Bolero" (1915), Volfango Seghi (1926), Luigi Antonio Rondine (1926), Franco Venturoli "Mazzini" (1926), Attilio Pedrini (1922), Enrico Franceschini "Leone" (1924), Renzo Fanti (1922), Arvedo Masetti "Pirata" (1921), Aldo Murotti (1921), Ubaldo Poli "Piccolo" (1918), Costantino Testoni (1923), Gino Adani (1924), Giuseppe Magagnoli "Grillo" (1926), Mario Marchioni "Barbarossa" (1924), Marino Migliori "Maciste" (1925), Pasquale D'Errico (1921 ), Secondo Spisni "Tom" (1921 ), Karaton e Gregori (ex-prigionieri di guerra sovietici).

Mentre era in corso questa battaglia, i tedeschi uccisero cinque cittadini inermi ed estranei ai fatti che transitavano casualmente nei pressi. I morti sono: Alfredo Galli, Raffaele Merighi, Augusto Pedrini, Nello Santandrea, Enrico Sgarzi.
Nel pomeriggio e nella sera del 30 ottobre i tedeschi rastrellarono 10 persone e le fucilarono il 31. I caduti sono: Mario Baiesi, Ugo Borelli (secondo altra versione venne fucilato il 2 novembre), Alfonso Calzati (secondo altra versione venne fucilato il 31 a Bologna), Giuseppe Casagrande, Afro Fiorini (secondo altra versione fu impiccato), Vincenzo Gamberini (secondo altra versione fu impiccato il 31 ottobre), Medardo Lambertini, Marco Marchesini, Filippo Montanari e Giordano Perini.


Fra partigiani e civili furono in tutto 35 persone che vennero uccise il 30 ottobre 1944.

Il processo contro i responsabili non fu celebrato.

 

Bandiera confezionata dalle donne della Brigata utilizzando un tessuto di paracadute americano di colore rosso