L'omicidio Biagi
Marco Biagi (Bologna, 24 novembre 1950 – Bologna, 19 marzo 2002) è stato un giuslavorista italiano, più volte consulente del Governo italiano, assassinato dalle Nuove Brigate Rosse. Vincitore nel 1969 di un posto di allievo presso il collegio medico-giuridico di Pisa (attuale Scuola Superiore Sant'Anna), vi ha dovuto rinunciare al secondo anno per ragioni familiari e si è poi laureato in giurisprudenza a Bologna con una tesi in diritto del lavoro. Noto giuslavorista, è stato professore presso le Università di Pisa, Università della Calabria, Università di Ferrara e infine all'Università di Modena e Reggio Emilia. È stato per molti anni professore presso il prestigioso Bologna Center della Johns Hopkins University. A partire dagli anni '90 ha avuto numerosi incarichi governativi come consulente ed esperto di diritto del lavoro:
Molto conosciuto, soprattutto in Giappone e Cina, per la sua conoscenza del diritto del lavoro comparato e per i suoi studi sul mondo del lavoro nei paesi orientali
Marco Biagi nasce il 24 novembre 1950 a Bologna, città in cui è sempre vissuto. Dopo la maturità classica, frequenta la Facoltà di Giurisprudenza nell’Università degli Studi di Bologna dove, a ventidue anni, si laurea con il massimo dei voti e lode, con Giuseppe Federico Mancini come relatore. Nei giorni immediatamente successivi alla laurea vince una borsa di studio di perfezionamento in diritto del lavoro a Pisa, sotto la guida di Luigi Montuschi. In quegli anni entra nella redazione della rivista Quale Giustizia diretta da Federico Governatori. Nel 1974 è contrattista di materie privatistiche presso la Facoltà di Giurisprudenza di Bologna, in questi anni insegna presso l’Università degli Studi di Ferrara e di Modena nonché è professore incaricato presso l’Università della Calabria. Già nel 1978 aveva pubblicato una prima monografia La dimensione dell’impresa nel diritto del lavoro, Angeli editore e nel 1983 un secondo volume, sempre per le edizioni Angeli, Cooperative e rapporti di lavoro. Nel 1984 vince il concorso a cattedra ed è chiamato come professore straordinario di Diritto del Lavoro e di Diritto Sindacale italiano e Comparato dall’Università di Modena e Reggio Emilia, presso il Dipartimento di Economia Aziendale. Dal 1987 al 2002è professore ordinario presso la medesima Facoltà di Economia. La predilezione di Marco Biagi per gli studi comparati si accentua negli anni e nel 1986 appare la sua terza monografia Sindacato, democrazia e diritto. Il caso inglese del Trade Union Act del 1984, Giuffrè Editore. Una caratteristica fondamentale, anzi il filo conduttore principale dell’opera di Marco Biagi, era l’impegno nella comparazione e l’attenzione interdisciplinare coltivata con cultori di esperienze diverse. Il continuo esercizio della comparazione e della verifica interdisciplinare gli era congeniale, perché gli permetteva di esprimere la sua sensibilità nel cogliere i tratti essenziali delle questioni, i nessi tra segmenti e temi diversi del diritto del lavoro. Dagli anni Ottanta e fino alla sua scomparsa è Adjunct Professor di Diritto e Politica delle Comunità Europee presso il Dickinson College, Bologna Center for European Studies nonché Adjunct Professor di Comparative Industrial Relations e membro dell’Academic Council della Johns Hopkins University, Bologna Center. Dal 1988 al 2000 è Direttore scientifico di SINNEA International, Istituto di ricerca e formazione della Lega delle cooperative. Nel 1990 appare la sua quarta monografia,Rappresentanza e democrazia in azienda. Profili di diritto sindacale comparato, nella Collana fondata insieme a Luigi Montuschi presso l’Editore Maggioli di Rimini, nella quale sviluppa una comparazione sui sistemi di relazioni industriali dei principali Paesi europei. “Il decollo dell’opera di Marco si colloca grosso modo agli inizi degli anni’90. Da allora non si contano gli incarichi in Italia e all’estero: la sua costante presenza nelle istituzioni europee è il segno tangibile di una meritata fama acquisita quale comparatista e studioso delle relazioni industriali. Pur se i primi saggi di ampio respiro con i quali si è cimentato con metodo e rigore dogmatico hanno attestato la sua capacità di affrontare tematiche anche complesse, Marco non era e non poteva essere un giurista di stampo tradizionale, non stava dentro gli schemi. Sarebbe stato un errore e, in definitiva, una limitazione delle sue naturali inclinazioni, indurlo a rinunciare ai suoi interessi per il diritto comparato, costringerlo a stare seduto, anziché volare da una capitale all’altra, europea ed extra-europea. Quella era la sua autentica vocazione, era, come si suol dire, impressa nel suo Dna: nato comparatista, europeo ante litteram, quella strada ha percorso raggiungendo prestigiosi traguardi, guadagnandosi stima e considerazione, specialmente fra quei colleghi europei che Marco coinvolgeva ogni anno nei convegni modenesi”. [cfr. Luigi Montuschi, La “mission” di Marco, in Diritto delle Relazioni Industriali, n. 2/2002, 154] “Per Marco Biagi divenne naturale prescindere dalla centralità del nostro sistema giuridico nazionale: non certo per protervia intellettuale ma, molto più semplicemente, per una innata capacità – che gli era riconosciuta dallo stesso maestro Federico Mancini – di guardare lontano e di prevedere con larghissimo anticipo avvenimenti e scenari futuri. E questo se può avere contribuito ad alimentare in talune circostanze qualche incomprensione con chi fatica, più o meno consapevolmente, ad abbandonare la limitata prospettiva di osservazione offerta dal diritto del lavoro nazionale, rappresenta a ben vedere la grande eredità di Marco Biagi comparatista”. [cfr. Michele Tiraboschi, Marco Biagi: l’uomo e il maestro, in Rivista Italiana di Diritto del Lavoro, n. 3/2002, 258]. “La parola magica per Marco era benchmarking: un approccio, finalizzato al miglioramento, per cui si mettono a confronto i modi di svolgimento di attività e di processi che si pongono similmente in diverse organizzazioni paragonabili; sicché, in un siffatto orizzonte di raffronti, si possano identificare i processi eccellenti o le soluzioni ottimali, o almeno preferibili. La comparazione non è semplice esercizio culturale. Si tratta invece di comprendere approfonditamente le ragioni che hanno portato a certe soluzioni piuttosto che ad altre. La comparazione è l’unica “prova di laboratorio” di cui disponga il giurista”. [Marcello Pedrazzoli, Marco Biagi e le riforme possibili: l’ostinazione del progetto, in Rivista Italiana di Diritto del Lavoro, n. 2/2002, 140]. Nel 1991 fonda, presso il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, il Centro Studi Internazionali e Comparati, inaugurando un modello innovativo di ricerca nel campo del lavoro e delle relazioni industriali. È presso il Centro che nel 2000 comincia a stabilizzarsi il suo gruppo di giovani ricercatori e collaboratori. All’inizio degli anni Novanta iniziano il rapporto di Marco Biagi con la Commissione europea, di cui diviene Consulente della Divisione Generale V(Relazioni Industriali, Occupazione) e la collaborazione con la Fondazione di Dublino per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Marco Biagi diviene anche corrispondente per l'Italia del Japan Labour Institute. Nel 1993 è nominato Membro della Commissione ministeriale di esperti per la riforma della normativa sull’orario di lavoro. In quell’anno diviene anche commentatore sui problemi del lavoro e delle relazioni industriali per i quotidiani Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione e Italia Oggi. Dal 1994 è Presidente di AISRI, l’Associazione Italiana per lo Studio delle Relazioni Industriali fondata nel 1968 da Gino Giugni e Tiziano Treu, e Consulente dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, con riferimento alle problematiche dell’ambiente di lavoro. Dal 1995, insieme a Luciano Spagnolo Vigorita, è Direttore della rivista Diritto delle Relazioni Industriali, edita da Giuffrè. Dal 1995 è anche commentatore sui problemi del lavoro e delle relazioni industriali per il quotidiano Il Sole 24 Ore. Sempre nel 1995 inizia la sua attività di consulenza per il ministero del lavoro, diventando Consigliere del Ministro del lavoro Tiziano Treu. Nel 1996 viene nominato Presidente della Commissione di esperti per la predisposizione di un testo unico in materia di sicurezza e salute sul lavoro, costituita presso il Ministero del Lavoro e Coordinatore del gruppo di lavoro per la trattazione dei problemi relativi ai rapporti internazionali del Ministero del Lavoro. Nel 1997 esce a sua cura il volume Mercati e rapporti di lavoro, edito da Giuffrè, che commenta la legge n. 196 del 1997 di riforma del mercato del lavoro. È in questo ambiente che emerge un’altra delle caratteristiche di Marco Biagi: essere un grande comunicatore e mediatore. “La sua facilità di dialogo con i protagonisti politici e delle relazioni industriali nasceva proprio dalla umiltà con cui, pur da giurista e consulente navigato, si accostava all’interlocutore di turno o al lettore, vuoi si trattasse di scrivere un editoriale ovvero un saggio di dottrina vuoi si trattasse di pervenire alla stesura di una bozza di legge o di accordo collettivo. Complessi progetti di riforma e sofisticate proposte legislative venivano mirabilmente rese comprensibili anche ai non addetti ai lavori. Anche per questa sua dote, divenne, in poco tempo, una delle colonne de Il Sole 24 Ore, per la capacità di prevedere gli argomenti che di lì a poco sarebbero stati al centro del dibattito politico e sindacale e per lo stile sobrio, diretto, che permetteva di comprendere i problemi e dialogare”. [cfr. Michele Tiraboschi, Marco Biagi: l’uomo e il maestro, in
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